Nuovi aumenti per le pensioni e per l’Assegno Sociale: tante novità, comunicate dall’INPS, valide a partire dal 1° gennaio 2025.
Dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore nuovi importi per le pensioni minime, per quelle di invalidità e per l’Assegno Sociale. Una revisione che – nei fatti – nasce dall’esigenza di adeguare le prestazioni al costo reale della vita, considerando che, nel momento storico attuale, l’inflazione è schizzata alle stelle e i bisogni sociali sono sempre più importanti. Scopriamo, dunque, tutti gli importi comunicati dall’INPS.
INPS, variano gli importi delle pensioni: gli aumenti
La pensione minima salirà a 600 euro al mese, soglia che rappresenta un netto miglioramento rispetto agli anni precedenti e che permette di dare una boccata d’ossigeno a coloro che, dopo una vita di lavoro o in assenza di contributi sufficienti, si ritrovavano a vivere con assegni al limite della sopravvivenza.
Il governo ha voluto, in questo modo, tutelare una fascia di popolazione spesso dimenticata: quella degli anziani con redditi bassi, costretti a far quadrare i conti, alla luce dei recenti aumenti che hanno interessato anche i beni di prima necessità.

Ci sono, inoltre, novità anche per chi percepisce una pensione di invalidità. L’importo è stato aggiornato a 750 euro mensili, tenendo conto delle difficoltà economiche che le persone con disabilità affrontano ogni giorno.
D’altronde, bisogna considerare il fatto che sia l’assistenza continua che le cure mediche comportano costi non sempre sostenibili e che gravano sulle famiglie già provate, dal punto di vista economico.
Aumenta anche l’Assegno Sociale
L’Assegno Sociale, destinato a chi non ha versato contributi utili per ottenere una pensione, passa, invece, a 560 euro al mese.
Si tratta, dunque, di una novità importante, visto che per molti anziani soli o in difficoltà economica, funge da unica fonte di reddito.
Dietro questi cambiamenti, c’è un’operazione di revisione delle spese pubbliche e di ottimizzazione delle risorse statali, attuando, nella pratica, dunque, una gestione più razionale del bilancio che permette di destinare nuovi fondi alla tutela sociale.